domenica 4 novembre 2018

QUEL MALEDETTO GIORNO!

Era una giornata molto ventosa. Giovanni, come ogni pomeriggio, stava tornando a casa, dopo aver trascorso il pomeriggio al campetto. Seguiva ogni giorno lo stesso percorso, da casa al campetto e viceversa. Solitamente impiegava circa 10 minuti per arrivare a casa, ma quella sera tutto fu diverso. 
Era un ragazzo molto prudente,i suoi genitori avevano fiducia in lui, a soli 9 anni tornava a casa solo. 
Ma quella sera la madre di preoccupò: Giovanni era già in ritardo di 10 minuti, quando la madre iniziò a preoccuparsi molto seriamente; doveva essere a casa già da 20 minuti. 
Circa 5 minuti dopo, bussarono alla porta. La madre fece un sospiro di sollievo e andò ad aprire subito, pensando fosse il figlio. Ma sulla soglia, non vide nessuno. Pensò che magari fosse stato il vento a battere sulla porta. 
Erano già passati 40 minuti e Giovanni non era ancora tornato. La madre decise di chiamare il padre, che era a lavoro; il padre tornò immediatamente a casa e si misero in macchina. Andavano a cercare il figlio. Percorsero in macchina il tragitto che avrebbe dovuto compiere il figlio, ma non videro nessuna traccia di Giovanni. Andarono a casa dei nonni pensando magari che il figlio fosse lì, ma anche lì non c'era. Continuarono a cercarlo, girarono tutto il paese, ma non trovarono tracce del figlio. Decisero di fare un ultimo giro e di tornare a casa. Quindi decisero di chiamare la Polizia.
Erano le 21:00, era già passata un’ora e Giovanni non era ancora tornato. 
La Polizia si mise subito al lavoro, il padre andò con loro mentre la madre, ancora traumatizzata, restò a casa in compagnia dei nonni.
Erano circa le 21:20 quando bussarono alla porta. La madre andò ad aprire.
Era Giovanni. Aveva un aspetto strano, un viso piuttosto sconvolto. La madre subito lo abbracciò.
Gli chiese delle spiegazioni ma il ragazzo era come scioccato. La madre gli diede un bicchiere d’acqua e lo fece sedere. Gli chiese nuovamente spiegazioni, ma il figlio era ancora sconvolto. La madre non riusciva a capire cosa avesse.
Erano già passati due giorni ma ancora Giovanni non parlava con nessuno e il suo viso continuava a essere sconvolto.
EMILIA G.

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