sabato 20 ottobre 2012

I bambini clandestini hanno diritto al pediatra - Uno sbarco di clandestini -


Un documento che sarà approvato a giorni con applicazione immediata elimina la discriminazione

 

ROMA - Funziona in modo diverso in ogni Regione. E a rimetterci sono i più fragili. I figli di immigrati irregolari, privi di un diritto fondamentale, la salute. Elimina questa discriminazione un documento di indirizzo sull'assistenza ai cittadini stranieri che verrà approvato la prossima settimana in Conferenza Stato-Regioni, con applicazione immediata. I minori extracomunitari dovranno avere il pediatra di base, come i bambini italiani. «Siamo riusciti finalmente ad arrivare a un provvedimento per migliorare alcuni problemi dell'assistenza sanitaria agli immigrati», ha detto annunciando la novità il ministro della Salute, Renato Balduzzi.

 

La prossima settimana ne parlerà ai medici della Società italiana medicina dell'immigrazione (Simi). La parte che riguarda i figli di genitori senza permesso di soggiorno è la più qualificante di un documento che ha come radice leggi già esistenti e le chiarisce in modo chiaro per uniformare l'assistenza. Attualmente è poco frequente che un bimbo del Marocco o del Senegal figlio di una famiglia clandestina venga curato da un pediatra di base, dunque entri sotto l'ala assistenziale dello Stato italiano. Solo l'Umbria, e in parte la Puglia, prevedono questo meccanismo. Altrove i figli degli irregolari vengono sballottati tra consultori, ambulatori per adulti e altri servizi. In ogni caso non vengono seguiti da un unico medico. «Il documento era già pronto un anno fa. È un salto culturale perché cancella le diseguaglianze. Non era giusto che ogni Regione si regolasse autonomamente in base alla locale impostazione politica», dice Salvatore Geraci, presidente della Simi e responsabile sanità della Caritas.

 

Il documento garantisce inoltre un percorso sicuro ai rom «in fragilità sociale», cioè gli anziani. Infine chi ha presentato domanda per la sanatoria in corso entrerà automaticamente sotto la tutela del servizio sanitario italiano. Concetta Mirisola, commissario straordinario dell'Istituto nazionale per la promozione della salute dei migranti, con sede al San Gallicano di Roma, fotografa la realtà: in 4 anni sono stati curati in ambulatorio 50 mila persone e circa 150 mila sono state le visite. Il 70% ha riguardato stranieri irregolari. Tra i problemi dell'assistenza la mancanza di figure necessarie come il mediatore culturale e l'antropologo. Alla Caritas confermano. Sei pazienti su 10 sono clandestini e fra loro il 50% extracomunitari e il 20%          comunitari in coScafo in avaria al largo di Leuca,

la finanza salva 18 immigrati

Una piccola barca di 5 metri era rimasta bloccata

I migranti sono tutti in buone condizioni di salute

 

Articolo del Corriere della Sera

Uno sbarco di clandestini

LECCE - Un piccolo scafo di circa 5 metri dotato di un motore di 150 cavalli, con a bordo 18 immigrati, in sosta per un'avaria al largo di Leuca, è stato intercettato all'alba dall'equipaggio di una motovedetta del Gam della Guardia di Finanza di Taranto, impegnata in un pattugliamento del Mar Ionio e del Canale d'Otranto. Gli stessi militari della motovedetta di Taranto supportati dai finanzieri della squadriglia navale di Otranto hanno scortato lo scafo sin nel porto di Otranto.

I MIGRANTI - I 18 asiatici (14 uomini che affermano di essere pachistani, 2 afgani e 2 bengalesi) tutti in discrete condizioni di salute, dopo avere ricevuto una prima assistenza, sono stati trasferiti nel centro di prima accoglienza don Tonino Bello di Otranto dove sono in corso le operazioni di identificazione da parte della polizia.ndizioni di salute molto critiche.                                       A                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                    Articolo del Corriere  della Sera                                                                                                              

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