sabato 20 ottobre 2012

Flop la sanatoria

La Repubblica
Solo 8.500 domande su 40mila
un flop la sanatoria per stranieri

DI ZITA DAZZI
08/10/2012
Manca una settimana esatta alla chiusura, ma se non ci sarà una proroga, quella in corso, anche nella multietnica Lombardia, passerà alla storia come la sanatoria flop del 2012. Un fallimento clamoroso, una marea di immigrati delusi per non essere riusciti a convincere il datore di lavoro ad assumerli. In città si stima che siano presenti 30mila clandestini, circa 50mila considerando anche l’hinterland. Prima dell’avvio della nuova sanatoria, si ipotizzava che dall’intera provincia milanese potessero confluire sul cervellone elettronico del ministero degli Interni circa 40mila pratiche per la concessione del permesso di soggiorno.
Più o meno quelle che arrivarono nel 2009, l’ultima sanatoria, che però, a differenza di questa, era riservata solo a colf e badanti. Proprio perché quest’anno il governo aveva deciso di prendere in considerazione tutto il lavoro subordinato, si prevedeva che le richieste sarebbero state persino superiori a quelle di tre anni fa. E invece, ad oggi, sono 8.560 le domande inviate in città, di cui soltanto 1.520 per lavoro subordinato.
Chi faceva quelle ipotesi, non aveva fatto i conti con l’incertezza che fino a qualche giorno fa regnava a proposito delle prove ammesse dal ministero per certificare la presenza in Italia dell’immigrato prima della fine del 2011. Solo venerdì scorso è stata emanata l’attesa circolare con la quale l’Avvocatura generale dello Stato chiarisce quali siano gli organismi pubblici titolati a rilasciare una documentazione ritenuta valida come prova di presenza in Italia. Da Roma arriva la conferma che valgono le tessere dei mezzi pubblici, i certificati medici rilasciati da strutture pubbliche come i Pronto soccorso, i certificati di iscrizione scolastica dei figli, i verbali, le sanzioni e multe di ogni genere, ma anche le schede telefoniche di operatori italiani, o i documenti rilasciati da centri di accoglienza, anche religiosi, e i documenti rilasciati dalle rappresentanze diplomatiche o consolari in Italia.
I sindacati e i patronati ogni giorno accolgono centinaia di stranieri irregolari che chiedono lumi per compilare la pratica e per inoltrarla. «Ma riusciamo a farlo per uno su dieci - spiega Maurizio Bove, responsabile del dipartimento immigrazione della Cisl di Milano - Il problema principale è la richiesta che il datore di lavoro assuma l’immigrato a tempo pieno, cosa che esclude tutti i lavoratori impiegati a part time o con contratti di collaborazione, tipologie diffusissime in questi tempi di crisi». Per colf e badanti il minimo di ore richieste per ottenere il permesso di soggiorno è 20. Questa strettoia fa sì che ci siano centinaia di lavoratori subordinati che verranno assunti fittiziamente come 'collaboratori domestici', pur facendo tutt’altro.
Anche quest’anno infatti, in testa alla classifica delle nazionalità, fra i presunti 'badanti', svettano stranamente i cinesi e i cittadini di Pakistan e Bangladesh. «Come due anni fa, solo chi si farà furbo riuscirà ad avere i documenti - dice l’avvocato Alberto Guariso, dell’Associazione studi giuridici sull’immigrazione - e paradossalmente verranno premiati col permesso di soggiorno quelli che hanno avuto multe o problemi con la giustizia negli anni passati, perché avranno la prova di essere stati in Italia, piuttosto che quelli che sono rimasti silenziosamente nell’ombra a lavorare».

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