venerdì 24 ottobre 2014

ANSON PARTEY, LA STORIA DI UN RAGAZZO

(Storie di fantasmi)
Mi chiamo Anson Partey, avevo 13 anni e vivevo al centro della California. Nella mia famiglia eravamo tre: io mia mamma e mio padre. Avevo sempre desiderato avere un fratello, con cui divertirmi, giocare e confidarmi. Ma questo mio desiderio non si avverò mai. Un giorno però, un semplice giorno la mia vita cambiò.
"Anson, rispondi tu al telefono! "gridò mio padre dalla cucina. Scesi velocemente le scale per non far riattaccare la chiamata, alzai la cornetta. 
"Lei è il Signor Partey?" chiesero, ed io risposi: "No, sono il figlio, mio padre in questo momento è impegnato, può riferire a me?" 
"Siamo della polizia stradale, venga immediatamente al chilometro 14 dell'autostrada A29" dissero. Io confuso gridai: "Papà !!!". Mentre lasciai cadere la cornetta dalle mani, mio padre venne subito da me. Prese in mano la situazione rispondendo al telefono con voce decisa. 
"Pronto, sono il Signor Partey chi parla?" disse mio padre. Dall'altra parte del telefono risposero: "Siamo della polizia stradale venga subito al chilometro 14 dell'autostrada A29", ripetendo ciò che avevano già detto a me.
Salimmo subito in macchina col cuore in gola preoccupati per cosa poteva essere successo e non sapevamo che cosa ci aspettasse. Dopo venti minuti arrivammo sul posto trovando la macchina di mia madre capovolta. Finestrini frantumati. Priva di ruote. Priva di sportelli.
Poi in lontananza un corpo, che non si identificava. Era di mia madre, io me lo sentivo, lo avevo capito subito fin da quando nel cuore avevo un vuoto.
Mi avvicinai sempre di più e vidi il corpo di mia madre spoglio, i vestiti con cui era uscita quella mattina strappati e sporchi di sangue. Mi buttai su di lei piangendo e l'abbracciai. L'anello che portava al dito, quella fede, che era il simbolo dell'unione sacra di mio padre con mia madre, era sporca ed appiccicosa di sangue. Alzai lo sguardo verso mio padre, che con gli occhi gonfi di lacrime si avvicinò a me.
Da quella notte la mia vita cambiò, il gelo mi assaliva sempre e la paura aumentava di giorno in giorno. I rapporti con mio padre peggioravano e notavo che mio padre era sempre più distante da me.

Una notte mentre guardavo le stelle dalla finestra disteso sul mio letto, una mano mi si appoggiò sulla spalla.
Mi girai di colpo, sapendo non poteva essere mio padre che non era mai venuto a darmi il bacio della buonanotte! A quel punto mi preoccupai perché dietro le mie spalle non c'era nessuno.
I rapporti con mio padre cessarono completamente, al punto che mio padre se ne andò di casa.  
Al ritorno da scuola ogni giorno incontravo un'anziana signora che mentre percorrevo la strada di casa stava sempre dietro di me. All’inizio pensai che fosse qualcuno che volesse farmi del male, ma qualcosa mi diceva che stavo sbagliando.
Un pomeriggio, mentre percorrevo la strada verso casa, iniziammo a parlare, da un semplice buongiorno passammo a parlare delle nostre vite.
Si chiamava Gennette Londe, aveva 58 anni, portava sempre gli occhiali e un cappotto blu, teneva i capelli grigi legati con una grande pinza, la sua storia era intrigante e misteriosa.
"Vorresti cenare a casa mia?" le dissi e lei mi rispose: "Tua madre è d'accordo?". 
"Lasciamo stare mia madre, questo discorso l'affronteremo un'altra volta", dissi. Mangiammo insieme, fu una cena silenziosa e cupa.
Lei alla fine del pasto mi disse: "Tua madre si chiamava Elise Gryes ed è morta in un incidente stradale" . La guardai piangendo mentre le mie mani raggiungevano il mio viso per la disperazione. 
"Non voglio ferirti, ma so tutto, sull'incidente di tua madre, dell’allontanamento di tuo padre e della tua vita solitaria..."
Ad un tratto mi baciò sulla guancia e sparì all'improvviso.
I giornali dopo pochi giorni scrivevano: "Anson Partey, 13 anni, si suicida forse per solitudine e depressione, gli ultimi testimoni dicono che all'uscita da scuola gesticolava e parlava da solo, i vicini vedevano i piatti volare per casa" SI PENSA AD UNA STORIA DI FANTASMI.

 Baltuta Stefania
 Gagliardo Federica
 Grillo Baldo
 Parrino Giada

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