mercoledì 21 ottobre 2015

L'ULTIMO ROBOT

La casa è in agitazione. La moglie è nel bagno e si sta truccando. Per le stanze si sente odore di gomma bruciata. Emmy, di appena cinque anni, ha messo il grande puffo di plastica nel forno a megaonde.
Forse la più dispiaciuta per ciò che deve accadere.
La mamma, di passaggio tra il guardaroba e il bagno, le infila al volo una canottierina rosa con i fiocchetti bianchi. In salotto l’M+18, il computer vigilante collegato con Multivac che governa tutta la regione, emette un lungo sibilo. Sul monitor appare la scritta “Oggi, 18 Marzo 3018, alle ore 12 tutti in piazza UTZ, soppressione pubblica dell’ultimo robot esistente”. Tutti si stanno recando alla cerimonia.
Una volta pronti, salgono sull’antiquata Janga Bombo, che si solleva scoppiettando ad un palmo da terra e si infila in una corrente ascensionale piena all’inverosimile di veicoli. Posteggiando al trentottesimo piano sotto terra e raggiungono piazza UTZ già stracolma di cittadini. Ci sono proprio tutti. L’ultimo robot è al centro della piazza. Mamma  tiene Emmy stretta a se, tradendo una certa tristezza, contemporaneamente una sensazione di orgoglio passava tra le sue fredde mani .
Una volta i robot erano diffusissimi, si viveva pacificamente tutti insieme. I cittadini si ricordano ancora del 3001, quel maledetto anno dell’inizio della strage.
Molti robot che ricoprivano i ruoli più importanti si erano stancanti di condividere il loro vecchio territorio, proprio in quell’anno cominciò la rivolta. Iniziarono gli scontri, i Nuovi ed adesso unici Abitanti della Terra rimasero sconvolti dal guerra, non se lo aspettavano proprio che la loro convivenza pacifica potesse smettere da un momento all’altro… Le lotte erano strane per i Nuovi Abitanti, tutti questi cittadini sia maschi che femmine erano chiamati per combattere. La mamma di Emmy ricorda ancora quei momenti: “Erano una specie strana, nelle lotte del 3001, ognuno che moriva cadeva per terra, chiudeva gli occhi e lasciava liquidi rossi per terra; noi siamo diversi, noi ci sediamo lentamente per terra e produciamo un suono metallico e così la nostra energia diminuisce visibilmente, così la nostra vita finisce. Mi ricordo ancora la nostra delusione quando quelli che potevano essere la nostra specie amica sono arrivati a diventare i nostri peggior nemici. La guerra è iniziata il 28 Maggio, perfettamente un mese dopo il Pianeta era stato diviso in due, era stato alzato un grande muro di più di due chilometri, abbiamo creato il nostro territorio, ci si incontrava soltanto quando si combatteva.
I robot erano 9 miliardi. Noi eravamo 7.5 miliardi. Dopo quindici anni di scontri la loro popolazione era scesa a 40000 abitanti, noi eravamo riusciti a rimanere in 120000. Avevamo vinto una lunghissima e interminabile guerra durata quindici anni.
Mio marito era morto 24 mesi prima che la guerra terminasse. Emmy aveva 2 soli anni, non si ricorda nemmeno del suo papà. Tutte le famiglie avevano perso un membro. I 40000 robot rimasti sono stati soppressi aduno ad uno nella grande Piazza, ogni domenica circa 300 i loro morivano. E siamo giunti ad oggi, 18 Marzo 3018, finalmente tutti i nemici sono stati uccisi e l’ultimo oggi morirà…”    
Federica G.

Nessun commento:

Posta un commento